
Storia
Pare che i fichi siano i frutti della primissima pianta coltivata dall’uomo grazie anche alla sua facilità di riproduzione. Insieme alla vite, nell’antichità era ritenuto simbolo di fertilità e vita gioiosa. Il fico, considerato un albero sacro, era l’albero della fertilità. Infatti venivano consumati i suoi frutti prima di un convivio amoroso. Il nome stesso di questo frutto veniva utilizzato per indicare gli organi genitali femminili, probabilmente per la forma che assumono se spaccati in due. Per la medicina popolare, i suoi numerosissimi semini indicavano la sua attitudine a favorire la fecondità tant’è che le coppie sterili, nei giorni di luna crescente, staccavano due foglie e le mettevano sotto i rispettivi cuscini perché si pensava avessero il potere di far arrivare i figli.
Stagionalità
Luglio, agosto e settembre
Calorie e valori nutrizionali
I fichi contengono 47 kcal per 100gr. In 100 g di prodotto troviamo:
Grassi 0,3 g
Colesterolo 0 mg
Carboidrati 19 g
Fibra alimentare 2,9 g
Zucchero 16 g
Proteina 0,8 g
Potassio 232 mg
Sodio 1 mg
Vitamina A 142 IU
Vitamina B6 0,1 mg
Vitamina C 2 mg
Calcio 35 mg
Ferro 0,4 mg
Magnesio 17 mg
Utilizzi
I semi, le mucillagini, le sostanze zuccherine contenute nel cosiddetto frutto, fresco o secco, esercitano delicate proprietà lassative, utili, per esempio, ai bambini, in quanto stimolano la peristalsi intestinale.
Nei fichi freschi sono contenuti enzimi digestivi che facilitano l’assimilazione dei cibi. I fichi svolgono un’azione caustica e proteolitica a difesa della pelle.
Il frutto ha poi moltissime altre applicazioni: viene usato come impacco sugli ascessi e i gonfiori infiammati, contro i foruncoli e possiede la dote di curare infiammazioni urinarie e polmonari, stati febbrili e gastriti
Conservazione
I fichi sono molto delicati, vanno lavati al momento del consumo. I fichi maturi si conservano in frigo coperti, mentre quelli acerbi a temperatura ambiente.
BioConsiglio
Oltre ad apprezzarne il gusto e le proprietà del frutto fresco, sono una vera delizia riproposti in “versione invernale”. Come erano soliti fare i nostri nonni, in estate e precisamente in Agosto, si preparavano quelle che per loro erano le nostre caramelle: i fichi secchi. Tanta pazienza ed attenzione nel conservare e valorizzare il cibo, per realizzare la dispensa invernale, per ottimizzare i prodotti della terra e per onorare festività e tradizioni. In effetti in passato, molti ricorderanno ancora che i fichi secchi spesso venivano introdotti nella calza della befana per i bambini piuttosto che come premio per eventuali meriti. In effetti è il cibo in se una leccornia coltivato, raccolto e trasformato con i dovuti accorgimenti. Oggi consumiamo i fichi secchi anche durante le feste natalizie, per riproporre tradizioni, prodotti tipici, per condividere momenti ed affetti intorno ad una tavola ricordandosi che abbiamo bisogno di molto meno per nutrirci e stare bene. Le abbuffate non fanno bene a nessuno, occorre ridurre le quantità a beneficio della qualità, preferire prodotti biologici, naturali e riscoprire l’abitudine di mettersi ai fornelli e trasmettere l’amore per noi stessi ed i nostri cari anche attraverso la preparazione di una ricetta per la quale abbiamo accuratamente scelto gli ingredienti ed il procedimento nel rispetto delle sue qualità.

Fichi maritati: ricetta
Una delle ricette antiche di questo frutto prevede l’essiccazione al sole per circa un mese dei fichi verdi raccolti ad Agosto. Vengono fatti seccare interi su appositi telai, oppure su tavoli, coperti da una rete e avendo cura di girarli spesso per assicurarsi la corretta essiccazione. Lo step successivo prevede l’immersione per 5 minuti in acqua che bolle, una volta sgocciolati si ripongono ad asciugare in un cesto ricoperto con un canovaccio per un giorno intero. L’indomani si tagliano per metà, all’interno si inserisce una mandorla precedentemente tostata e la scorza del limone e si infornano per 15 minuti. Subito dopo, quando sono ancora caldi, si inseriscono in un vaso di vetro precedentemente sterilizzato, insieme alle foglie di alloro, avendo cura di stringerli e ridurre quanto più possibile gli spazi all’interno del vaso.
Di qui i fichi maritati proprio perché prevedono l’unione delle due metà con la mandorla al centro.

Articolo pubblicato su Amazing Puglia n.8 Ottobre/Dicembre 2019
