Trattare gli estrattati vegetali per il riequilibrio ormonale con le stesse dinamiche degli ormoni di sintesi è fuorviante sia dal punto di vista farmacologico che farmacodinamico. Un estratto vegetale a differenza di un composto di sintesi contiene una serie di sostanze che agiscono sinergicamente, il cui insieme viene definito: fitocomplesso. Ogni fitocomplesso poi ha una molecola o un insieme di molecole che ne determinano l’azione farmacologica.
Nell’ambito ad esempio delle piante medicinali utilizzate per il riequilibrio ormonale si ricercano quelle ricche in saponine steroidee.
Tali molecole sono importanti perché mimano l’azione degli ormoni steroidei e possono risultare utili per contrastare i sintomi determinanti dalla carenza degli stessi: stanchezza cronica, disturbi sessuali, disturbi della memoria, depressione, disturbi mestruali, disturbi della menopausa, malattie articolari
Con lo stress, l’alimentazione squilibrata si viene a creare uno stato di carenza ormonale a partire dal pregnenolone, un metabolita naturale del colesterolo e precursore degli ormoni sessuali, degli ormoni dello stress e del DHEA.
Poiché la quantità di pregnenolone diminuisce con l’avanzare dell’età, si riducono anche le funzioni metaboliche dipendenti dagli ormoni steroidei, inoltre alterazioni della produzione di pregnenolone si possono registrare anche in seguito all’utilizzo prolungato di alcuni farmaci come le statine.
Le statine agiscono inibendo la sintesi del colesterolo ritenuto a torto o a ragione responsabile dell’aumento del rischio delle patologie cardiovascolari, una diminuzione della sintesi di colesterolo può determinare anche una riduzione della sintesi di pregnenolone con conseguenti disturbi della della memoria (Statin-Associated Memory Loss: Analysis of 60 Case Reports and Review of the Literature Leslie R. Wagstaff, Pharm.D., Melinda W. Mitton, Pharm.D., Beth McLendon Arvik, Pharm.D., P. Murali Doraiswamy, M.D.Disclosures Pharmacotherapy. 2003;23(7)
La regolare integrazione di sostanze vegetali ricche in molecole che mimano l’azione del pregnenolone o che ne contrastano i sintomi, possono rallentare i processi di invecchiamento e rendere l’organismo più resistente agli stress. Tra queste piante le più indicate sono l’eleuterococco, la schisandra, la whitania.
Le sostanze steroidee contenute nella Whitania conferiscono alla pianta attività simili al pregnenolone. La pianta è in grado di aumentare l’apprendimento e la capacità mnemonica oltre che avere una potente azione antiossidante. La Withania, ha dimostrato di aumentare l’attività dei recettori corticali per l’acetilcolina, neurotrasmettitore carente nelle sindromi demenziali, per cui una delle principali indicazioni all’utilizzo di questa pianta è proprio per tali patologie od altre ad esse correlate.
Numerosi studi hanno dimostrato che la Schisandra risulta efficace per combattere lo stress, soprattutto se legato al sistema corticosurrenale. In particolare, la Schisandra esplica un’azione tonica sui processi mentali, aumentando la facoltà di concentrazione e la memoria, senza gli effetti collaterali caratteristici di altri rimedi stimolanti e toniconervini.
In Russia è molto apprezzato e diffuso l’uso della Schisandra per promuovere l’azione della pianta sul sistema antiossidante endogeno del glutatione. Infine, interessanti gli studi che correlano l’assunzione di tale pianta con l’acuità mentale e per combattere l’affaticamento visivo. Esistono inoltre risultati preliminari sull’influenza aumento dei livelli di ossido nitrico
L’Eleuterococco è considerato a pieno titolo una droga ad attività “adattogena”, cioè un fitocomplesso capace di intervenire sui meccanismi omeostatici che consentono all’organismo di “adattarsi” a situazioni di stress psicologico o fisico ed a condizioni ambientali sfavorevoli. Questo si traduce in un incremento delle energie fisiche e psicologiche che permettono all’organismo di affrontare meglio situazioni di stress, in genere accompagnate da ansia, indebolimento delle difese immunitarie e scompensi metabolici, tipici degli stati di carenza di pregnenolone. L’Eleuterococco sembra agire sull’asse ipotalamo ipofisi ghiandole surrenali. Studi clinici hanno dimostrato come alcuni componenti degli estratti di Eleuterococco si leghino ai recettori di molti ormoni steroidei: gli autori ipotizzano che, interferendo con il meccanismo di feedback, l’Eleuterococco possa determinare una stimolazione della funzione corticosurrenalica in condizioni di moderato ipocorticosurrenalismo. Sperimentalmente, l’estratto di Eleuterococco incrementa l’attività fisica e riduce la sensazione di fatica.
Ricordiamoci che un estratto vegetale non si può considerare un sostituto dell’ormone ma può mimarne l’attività legandosi agli stessi recettori, contrastare i sintomi da carenze e stimolare la produzione senza creare feedback negativi. Pertanto l’utilizzo anche ciclico di estratti vegetali ricchi in molecole steroidei può rappresentare una scorta di energia per far fronte alle numerose sollecitazioni alle quali siamo sottoposti.